La flora batterica intestinale, conosciuta anche come microbiota intestinale, è un concetto strettamente correlato a quello della nostra salute e del benessere generale dell’uomo. E che si intreccia anche con il tema della dieta chetogenica (di cui abbiamo parlato nello scorso articolo). 

In questa sede esploreremo cos’è il microbiota intestinale, quali funzioni riveste per il nostro organismo e quali sono i fattori che influenzano la sua composizione; tra cui, per l’appunto, la dieta chetogenica.

Cos’è la flora intestinale?

La flora intestinale indica una comunità di microrganismi che comprende non solo batteri, ma anche virus, funghi o altri organismi che risiedono nel nostro tratto gastrointestinale. Secondo i maggiori esperti del settore, questa comunità potrebbe essere costituita forse da più di 100 trilioni di cellule batteriche, virus e miceti.

Si tratta di un insieme estremamente diversificato di organismi che svolge una serie di funzioni vitali per il nostro organismo, tra cui:

  • Funzioni protettive, specialmente nei confronti di microrganismi potenzialmente patogeni;
  • Funzioni immunomodulatorie, anch’esse sia con scopi difensivi, sia equilibratrici nel grado di attivazione dello stesso sistema;
  • Funzioni strutturali, necessarie a conservare l’integrità della mucosa intestinale;
  • Funzioni metaboliche (come la digestione, la produzione di vitamine, etc). 

Una flora batterica sana e diversificata è essenziale per il benessere dell’individuo, poiché gli organismi presenti nel microbioma intestinale interagiscono in modo sinergico per mantenere l’omeostasi (ossia “la tendenza naturale al raggiungimento di una relativa stabilità, sia delle proprietà chimico-fisiche interne sia comportamentali, che accomuna tutti gli organismi viventi”, wikipedia) e promuovere una corretta funzione dell’organismo.

Per semplificare, possiamo immaginare il microbiota come un’impronta digitale che racconta tutto di noi, ci identifica, ci dice chi siamo e da dove veniamo.

La composizione del microbiota intestinale può essere influenzato da diversi fattori, tra cui:

  • lo stato di salute della madre durante la gravidanza,
  • la modalità del parto, 
  • l’allattamento al seno o al latte in formula,
  • il tipo di svezzamento,
  • l’esposizione precoce a terapie antibiotiche o farmacologiche,
  • l’età,
  • la genetica.

Sicuramente, comunque, il fattore che maggiormente determina la composizione del microbiota intestinale è la dieta. È infatti ormai chiaro a tutti come le scelte dietetiche si ripercuotono sul nostro benessere generale e, a valle, sulla composizione della nostra flora batterica intestinale.

Ma capiamo insieme il ruolo che la dieta chetogenica gioca nel microbiota intestinale.

La dieta chetogenica e la flora intestinale

La dieta chetogenica è caratterizzata da un’alta percentuale di grassi (60-70%), una moderata quantità di proteine ​​(25%) e una bassa quantità di carboidrati (5-15%). Questa composizione nutrizionale specifica ha dimostrato di indurre uno stato metabolico chiamato chetosi, in cui il corpo inizia a utilizzare i grassi come principale fonte di energia invece dei carboidrati.

Gli effetti della dieta chetogenica sulla flora intestinale

Dettò ciò, andiamo a vedere come una dieta chetogenica influenza la flora batterica intestinale.

I benefici 

La dieta chetogenica può avere effetti positivi sul microbiota intestinale. Poiché la dieta chetogenica limita l’assunzione di carboidrati, si verifica una riduzione dei carboidrati fermentabili che possono promuovere la crescita eccessiva di batteri potenzialmente dannosi nell’intestino. Ciò potrebbe contribuire a un miglioramento della composizione del microbiota, riducendo l’infiammazione e favorendo un ambiente più equilibrato.

Gli svantaggi 

Tuttavia, è importante considerare anche gli svantaggi della dieta chetogenica sul microbiota intestinale. Poiché questa dieta è caratterizzata da una bassa assunzione di fibre, ciò potrebbe portare a una riduzione della diversità batterica nell’intestino. 

Conclusioni

Il nostro intestino comprende numerosissimi microrganismi e tutti con funzioni diverse. Di conseguenza, la qualità della nostra flora intestinale dipenderà dal grado di equilibrio tra le specie di questo insieme.

Perché tutto sia bilanciato, c’è bisogno di nutrire i batteri “buoni” e limitare quelli “cattivi”.

Come? Proprio attraverso i nutrienti.

Le fibre, i cereali integrali, gli acidi grassi polinsaturi e monoinsaturi (come quelli dell’olio extravergine di oliva o della frutta secca), gli antiossidanti nella frutta sono tutti alimenti che donano nutrimento ai batteri buoni

Gli specialisti, dunque, consigliano sempre di prevederli nelle nostre diete e quando tutto ciò non dovesse bastare, suggeriamo di ricorrere ad armi più incisive come i prebiotici, sostanze o alimenti in grado di indurre la crescita di batteri buoni o addirittura i probiotici, ossia batteri già pronti all’uso.

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